“L’Eterno Dialogo”, l’Archeorealismo di Evan de Vilde torna in mostra a Roma, con la nuova serie di lavori dedicati alla contaminazione tra elementi preistorici ed archeologici recuperati dal tempo e un nuovo modo, affascinante e irriverente, di comunicare l’arte contemporanea.

CATALOGO DELLA MOSTRA

TIPOLOGIA: Mostra personale

DATE: 08 Febbraio – 18 Febbraio 2015

LUOGO: ART G.A.P. Gallery (ROMA)

PATROCINI: Regione Lazio, Roma Capitale

CURATORE: Cecilia Paolini

ARTISTA: Evan De Vilde

L’08 Febbraio 2015 inaugura alla Galleria Art G.A.P. a Trastevere, Roma, una personale dedicata al fondatore del movimento di arte contemporanea denominato Archeorealismo, cui sarà dedicato anche un catalogo e-book.

Evan De Vilde fonde nella sua arte oggetti d’antiquariato e reperti archeologici ad un contesto assolutamente contemporaneo, dando vita ad un progetto concettuale che coniuga risveglio della coscienza e preservazione della memoria.

L’artista, che ha al suo attivo una serie di esposizioni in importanti spazi istituzionali, è impegnato in quella che si delinea come una vera e propria missione:”in una nuova concezione prospettica del quadro” afferma lo stesso De Vilde “creo una prospettiva che mi consente di orientare lo sguardo dell’osservatore verso il passato (al reperto archeologico) e verso il futuro (alla conservazione della memoria) in un fulcro ottico centrato verso il contemporaneo”.

Quello proposto da Art G.A.P. è un percorso che, mentre sottolinea l’impegno dell’artista nella tutela del reperto antico (che in opere come “I colori dell’anima” o “Phonema” si tinge di poesia), mette in risalto la componente ironica del linguaggio di De Vilde.

Opere come “Pesce fossile” e “Cristo Pantocratore” creano un incontro-scontro tra il nostro sistema di valori e la sua stessa mercificazione che inevitabilmente ci farà sorridere.

Ma il risultato più importante di questo processo è quello di portare nuova energia e dignità a tutti quei valori storici e culturali la cui importanza la società in cui viviamo tende ad ignorare o, peggio, dimenticare. Perché sta diventando sempre più importante mantenere, come dice l’artista, “la consapevolezza che tutto scorre in una memoria eterna che consegniamo continuamente alle nuove generazioni”.