Da sabato 26 settembre a venerdì 9 ottobre 2020, presso la Galleria ART G.A.P., in Via San Francesco a Ripa 105/a, Roma, HOMO PARABELLUM, personale di Valerio De Filippis, a cura di Cecilia Paolini.

TIPOLOGIA: Mostra personale

INAUGURAZIONE: sabato 26 settembre 2020 ore 18.30

DATE: da sabato 26 settembre a venerdì 9 ottobre 2020

È consigliata la prenotazione telefonando ai numeri 069360201 e 3934498680 oppure via email al seguente indirizzo info@artgap.it. Infine è possibile utilizzare il pulsante di prenotazione nella pagina Facebook di Artgap.

La galleria Art Gap ha il piacere di accogliere nei propri spazi espositivi la mostra HOMO PARABELLUM, personale di Valerio De Filippis. La mostra verrà inaugurata il 26 settembre 2020 alle ore 18.30.

È necessario coraggio per guardare il mondo che si conosce cadere in frantumi, ci vuole esperienza per cogliere l’importanza dell’estetica della guerra, della distruzione. Le opere in mostra sono un’esaltante contraddizione tra il classico locus amoenus, per la maggior parte dotta citazione tratta da celeberrimi repertori dell’arte del passato, e uno scenario di guerra ben più complesso, in cui si rincorrono immagini di distruzione e di violenza con la stessa naturale rappresentazione di qualsiasi altro tema iconografico.

La cultura del passato, sentita così prossima eppure vagheggiata dall’artista, irrompe nell’ambiente contemporaneo e lo qualifica al di là dello squallore, come se, in retrospettiva, l’istinto primario dell’uomo verso la guerra potesse assumere un valore monumentale al vaglio della Storia. L’archeologia dell’uomo giustifica se stessa e il passato rende importante la miseria del presente. Come per la maggior parte del catalogo di de Filippis, la serie presentata in mostra non coincide con un periodo isolato di studio, ma ha avuto una genesi lontana per una esecuzione che si protrae nel tempo. L’interpolazione tra pacifico e bellico, tra passato e presente, però, è la caratteristica che accompagna praticamente tutti i lavori: nell’Estetica della guerra 02, eseguito nel 2009, quindi esemplare tra i primi elaborati su questa tematica, lo scenario bellico contemporaneo lascia il passo a una citazione di Francois Boucher (1742, olio su tela, Parigi, Louvre).; interpolazione ancor più forte è presente in Ratto (2020): le bellissime fanciulle, tratte dal repertorio rubensiano (Pietro Paolo Rubens, Ratto delle figlie di Leucippo, 1615 ca., olio su tela, Monaco, Alte Pinakothek), non vengono rapite dai Dioscuri ma da due ipertecnologici soldati. In questa caleidoscopica carrellata della pittura più alta che la storia dell’arte ricorda, de Filippis non dimentica l’autocitazione, evidentissima in Papaver rhoeas (2020) dove a sinistra di chi guarda si mostra l’uomo piegato su se stesso, protagonista di molteplici lavori dell’artista, ormai divenuta una delle sue cifre stilistiche più conosciute (Figura, tecnica mista su tavola, 2007).

La guerra distrugge ma costruisce la Storia, nulla è indistruttibile poiché niente si perde nella memoria: uno spettacolo terrifico eppur reale che è astante nell’esistenza dell’uomo.

Cecilia Paolini

Valerio De Filippis. Nato a Pozzuoli il 5 marzo 1960, inizia la sua ricerca artistica, nel campo della pittura, nel 1980 a Bari, poco prima prima del conseguimento della maturità scientifica (1982). Compie numerosi viaggi all’estero stabilendosi nel 1992 per due anni a Bruxelles. Dal 1994 vive e lavora a Roma dove nel 2003 fonda lo Studio E.M.P. (Experimental Meeting Point) studio d’arte, luogo di interscambio espositivo e confronto culturale e tecnico tra artisti di qualsiasi linguaggio. Vincitore di numerosi premi, è stato invitato a diverse rassegne, anche internazionali.

Del suo lavoro si sono interessati in più occasioni la Stampa e la Radiotelevisione italiana. Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private. Attivo dal 1980 nel campo dell’iperrealismo, negli anni Novanta vive la prima fase di distacco dal realismo figurativo verso esperienze tendenti all’astrattismo. Dal 2003 conduce una ricerca pittorica sperimentale attraverso l’uso di colori e materiali non tradizionali. Soggetto delle sue opere è il corpo umano, prevalentemente maschile, ad eccezione del ciclo sulla mitologia delle Sirene. Nel 2001-02 si è avvicinato alla pittura neoespressionista conducendo una ricerca su tematiche legate ai comportamenti umani aberranti, generando, in occasione di una mostra ad Orvieto, controversie che sconfinavano in un’interrogazione parlamentare (dettagli nella sezione Rassegna Stampa). Negli anni 2004-’06 ha lavorato ad opere a tecnica mista tra pittura e computer art, con il ciclo denominato “Frammenti”. Nel 2007 realizza la sua prima installazione, un video e alcune opere concettuali. Nel 2010 è autore di alcune performances, due delle quali estreme. Dal 2013 comincia a sperimentare la videoart, il montaggio video e la composizione musicale, quest’ultima avvalendosi sia di software per elaborazione di Musica Concreta, sia studiando pianoforte e chitarra. Nel 2015, dopo aver musicato con voce alcune liriche di William Blake, realizza “Musica per Riccardo III”, con testi originali di William Shakespeare. Da qui prenderà il via la realizzazione di un lungometraggio, “The Mirror and the Rascal” di recente concluso ed attualmente in concorso in alcuni Cinefestival, che si caratterizza per talune trovate surreali e sperimentali, e per la contaminazione fra teatro, cinema e videoart (disponibile la visione del trailer https://youtu.be/BRn6Vwz39RA).

LUOGO: ART G.A.P. Gallery (ROMA)

CURATORE: Cecilia Paolini

ARTISTI: Valerio De Filippis

Indirizzo: Via San Francesco a Ripa, 105/a, 00153, Roma, RM

Orari: lun.– sab. dalle 16.00 alle 19.30

Telefono: 06.9360201

E-mailart@artgap.it

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